Salute

3.775 nuovi nati nei tre punti nascita dell'Asst Sette Laghi

Numeri stabili nonostante un leggero calo in linea con l'andamento demografico, ma sono sempre di più le gravidanze a rischio

3.775 nuovi nati nei tre punti nascita dell'Asst Sette Laghi
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In totale, nel 2023, i nati nei tre punti nascita della ASST dei Sette Laghi sono stati 3.775, sostanzialmente in linea con gli ultimi anni, rispetto ad una media nazionale e regionale che registra un calo delle nascite generalizzato in tutto il Paese.

Quasi quattromila nuovi nati a Del Ponte, Tradate e Cittiglio

In particolare, si rileva che l’Ospedale Del Ponte si mantiene sopra ai 2700 nati ed anche i punti nascita di Tradate e Cittiglio continuano a mantenere un numero di nati superiore alla soglia dei 500, confermando un’attrattività che non è solo del Centro varesino del Del Ponte, ma di tutta l’area materno-neonatale di ASST Sette laghi.

Parti gemellari e prematuri

A restare elevati, e a contribuire all'attrattività, non sono solo i numeri, ma anche la complessità dei casi trattati, che conferma l'eccellenza e l'alta specializzazione dell'ambito materno-neonatale di ASST Sette Laghi. Due indicatori, fra gli altri, sono quelli del numero di parti gemellari registratosi quest'anno al Del Ponte, pari a 63, e soprattutto quello dei nati prematuri, 225, di cui 54 grandi prematuri, nati cioè di peso inferiore ai 1500 grammi (di cui 13 di peso inferiore ai 1000 grammi), che richiedono le cure della Terapia Intensiva Neonatale, centro di riferimento per tutta la provincia di Varese.

Varese (1)
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L'equipe di Varese

Cittiglio (1)
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L'equipe di Cittiglio

Tradate (4)
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L'equipe di Tradate

Agosti: "Siamo tra i più grandi punti nascita nazionali"

“Lavorare in rete tra punti nascita dà i suoi frutti e i numeri lo confermano anche quest’anno. Del resto, nonostante il calo generalizzato della natalità a livello nazionale, i punti nascita di ASST Sette laghi si mantengono stabili da anni, con numeri importanti, che confermano il fatto che siamo tra i più grandi punti nascita non solo lombardi, ma di tutta Italia. Le ragioni sono molteplici, ma tutte riconducibili alla qualità dell’offerta e alla conseguente fiducia che le famiglie ci riservano, consapevoli del fatto che offriamo una risposta completa e qualificata, che non si conclude con la gravidanza, il parto e i primi giorni di vita, ma prosegue garantendo interlocutori altamente specializzati, anche grazie alla presenza dell’Università degli studi dell’Insubria con la presenza dei medici specializzandi in formazione per diventare futuri specialisti– commenta il Prof. Massimo Agosti, Direttore del Dipartimento Materno Infantile di ASST Sette Laghi – L’osmosi che caratterizza i nostri tre punti nascita, con uno scambio continuo di competenze e una solida organizzazione per intensità di cura, e il fatto che il personale in servizio è tutto personale dipendente dell’ASST, senza il ricorso a cooperative, dà sicurezza ai cittadini, e in particolare alle donne gravide, che si affidano con fiducia sia all’HUB varesino, sia alle sedi di Tradate e Cittiglio, che infatti in tal modo confermano i numeri positivi degli ultimi anni. Questa è la vera attrattività: Varese cresce senza sottrarre pazienti ai due punti nascita di Cittiglio e Tradate, che sono da considerare a tutti gli effetti un’estensione della sede centrale”.

Aumentano le gravidanze ad alto rischio

Analoghe conclusioni valgono anche per la parte della Ginecologia e Ostetricia, rappresentata dal Prof. Fabio Ghezzi, Direttore della Ginecologia e Ostetricia di ASST Sette Laghi.

“I numeri dicono che il sistema di ASST Sette Laghi funziona. L’organizzazione Hub and Spoke dei punti nascita, con il centro sull’Ospedale Del Ponte e le sedi di Cittiglio e Tradate così fortemente integrate garantisce uniformità di cura e percorsi, grazie alla condivisione dei protocolli e la rotazione del personale. Ringrazio tutti i miei collaboratori, medici, infermieri, ostetriche e OSS, per questi risultati che premiano un impegno protratto negli anni, ma anche le altre strutture dell’Azienda su cui i nostri centri nascita possono contare".

Il prof. Ghezzi coglie l'occasione per alcune considerazioni legate al contesto sociale con cui i professionisti dei punti nascita si confrontano quotidianamente:

"La fine dell’anno è sempre un momento di bilanci, ma anche di riflessioni. Abbiamo mantenuto i numeri, ma l’impressione di chi è sul campo quotidianamente è di un carico di lavoro nei reparti di maternità sempre crescente. Le trasformazioni sociali e demografiche che hanno caratterizzato il nostro paese negli ultimi decenni hanno portato a cambiamenti significativi nell’assistenza che dobbiamo offrire in gravidanza, al parto e in puerperio, con la necessità di centralizzare un numero di casi complessi in continua crescita. Nel 2023 circa 300 donne sono state ricoverate nell’Unità dedicata alla gravidanza ad alto rischio dell’Ospedale Del Ponte. Perché aumentano le gravidanze con patologie? Certamente il fatto di  procrastinare la gravidanza in età più avanzata è un fattore determinante (sono 1 su 10 a Varese le nascite da madri con 40 anni e oltre), altrettanto lo è il riscorso alla procreazione medicalmente assistita (170 bambini nati al Del Ponte nel 2023 sono il frutto di procedure di fecondazione in vitro e si tratta di gravidanze con rischi specifici), ma anche l’effetto della migliore cura di alcune patologie croniche che permettono alle pazienti di vivere meglio e di avere una chance riproduttiva un tempo impossibile (esempio donne diabetiche, cardiopatiche, con storia di tumori) e non da ultimo vi sono le gravidanze in fasce di popolazione più fragili (dipendenze, disagi psichici, ecc).  Si tratta di casi che spesso richiedono cure altamente specialistiche e un approccio multidisciplinare, in cui sono essenziali il sapere e l’esperienza non solo dei ginecologi, ma di tante altre figure professionali che devono lavorare in rete, motivo che ha spinto Regione Lombardia nel 2019 ad identificare 11 centri Regionali di Medicina Materno Fetale, tra cui il Del Ponte, che avessero i requisiti per gestire questa complessità assistenziale. Non dobbiamo però dimenticare che nel 2023 oltre 500 donne classificate come “a basso rischio” hanno dato alla luce il loro bambino nel punto nascita Varesino: l’obiettivo è quello di saper rispettare in questi casi la normalità della nascita, minimizzando gli interventi medici e favorendo l’assistenza in autonomia da parte delle ostetriche, in un ambiente empatico e sereno, esattamente come accade nei punti nascita più piccoli.  Passare da cure altamente intensive al saper osservare senza interferire con i processi naturali è un equilibrio non sempre facile, ma anche il bello del nostro meraviglioso lavoro".

I dati ospedale per ospedale

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